domenica 30 settembre 2007

Pane e Vino

7.

Troppo tardi, amico, giungiamo noi. Vivono certo gli dèi
ma là, sul nostro capo, in un altro mondo.
Senza tregua lì agiscono e sembrano poco curare
se noi vivamo, tanto ci risparmiano i celesti
Perché non sempre è capace un debole vaso d contenerli:
solo a periodi l'uomo sostiene pienezza divina.
Sogno di loro è, dopo, la vita. Pure l'errare
giova come sopore: rende forti lo stento e la notte,
finché eroi cresciuti in cula di bronzo,
cuori, come una volta, ai celesti di forza sian pari.
Tonando giungono allora. Ma intanto spesso mi chiedo
se non è meglio dormire che stare così senza compagni
a languire in attesa: e che fare intanto e che dire
non so: e perché poeti nei tempi di privazione?
Ma tu dici che sono come i poeti sacri di Diòniso
che di paese in paese andavano nella sacra notte.

F. H.

mercoledì 26 settembre 2007

Luna

Madre del cielo, albeggi assorta in questa sera che ha il ritmo di tutte le stoffe; passate a pensare che la domanda più illogica che ci siamo insegnati noi a noi stessi è quella relativa al senso della vita. Basta. Stanchiamoci, poi si vedrà.

Sonno elefante

Sonno elefante - Paolo Conte

Com'è riposante il tempo da quando non esiste.
Droga dimenticata di un tumulto di giorni svagati nel passato imprecisabile della speranza: ora alcuni uccelli tagliano il cielo di tanto in tanto, un gatto saetta, i monti sgretolano gli occhi; ora il senso della durata agonizza nei suburbi della poesia.

Sonno di nuvola, sonno di cupola.
Buonanotte.