domenica 30 settembre 2007

Pane e Vino

7.

Troppo tardi, amico, giungiamo noi. Vivono certo gli dèi
ma là, sul nostro capo, in un altro mondo.
Senza tregua lì agiscono e sembrano poco curare
se noi vivamo, tanto ci risparmiano i celesti
Perché non sempre è capace un debole vaso d contenerli:
solo a periodi l'uomo sostiene pienezza divina.
Sogno di loro è, dopo, la vita. Pure l'errare
giova come sopore: rende forti lo stento e la notte,
finché eroi cresciuti in cula di bronzo,
cuori, come una volta, ai celesti di forza sian pari.
Tonando giungono allora. Ma intanto spesso mi chiedo
se non è meglio dormire che stare così senza compagni
a languire in attesa: e che fare intanto e che dire
non so: e perché poeti nei tempi di privazione?
Ma tu dici che sono come i poeti sacri di Diòniso
che di paese in paese andavano nella sacra notte.

F. H.

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